Appartamento brutalista in Porta Romana

Location

Milano, Italia

Anno

2019

Tipologia

Residenziale

Cliente

Committente privato

Area

190 m2

Crediti Fotografici

Helenio Barbetta
SUL PROGETTO

L’avanguardia brutalista rivive tra filologia e poesia.

Quattrocentomila nuove stanze, circa 500 nuovi edifici in dieci anni. È la Milano dei Sessanta che si espande e popola i vuoti in velocità. La Milano dei BBPR di corso Buenos Aires, del Luigi Caccia Dominioni di piazza Carbonari, di Vico Magistretti di piazzale Aquileia e di tutti i protagonisti di quel fenomeno che conosciamo come ‘Condominio Milano’ che ha dato vita a una fortunata serie di episodi d’architettura residenziale.

Tra questi, c’è anche un incredibile ‘ufo’: il Complesso in via Muratori, firmato da un dream team guidato da un ingegnere romano, Lucio Passarelli, che nel 1966 progetta (con Giuseppe Chiodi) un’architettura dall’aria brutalista.

Una sorta di machine à habiter, articolata per cellule e servizi, sviluppati in quattro moduli di maglia quadrata, attorno ad ampi cavedi circolari. L’ambizione? Lasciare un segno nella storia dell’urbanistica milanese, scompigliando con un condominio borghese dal tratto sovversivo (premio In/ARCH 1969) le regole di un quartiere cresciuto nell’ortogonalità dei primi del Novecento.

L’intervento di EligoStudio ha riportato in luce i dettagli originari degli interni, che dialogano in continuum con l’ossatura dell’edificio: dai pilastri in cemento agli eleganti serramenti in Douglas.

Architetto Alberto Nespoli:

“Il Complesso di via Muratori è un’architettura che conoscevo da tempo e che ho sempre amato.Mi hanno sempre affascinato le sue proporzioni, le sue facciate in cemento a vista, mattoni, vetro e acciaio, l’impianto stellare dove ogni elemento di risalita verticale distribuisce quattro appartamenti interamente aperti sulla città e sul giardino d’ispirazione giapponese un tempo aperto a tutti.”

Il progetto di interior design di Eligo Studio conversa con la cornice per analogie e contrasti, tra pezzi unici come la poltrona in midollino di Franco Albini o la credenza bassa di Gianfranco Frattini e arredi su misura che a volte prendono spunto dagli elementi strutturali come, per esempio, gli armadi sospesi che intramezzano acciaio inox bronzato, stecche verticali in rovere naturale e vetro cannettato, riprendendo idealmente la sequenza di lamelle frangisole della facciata.

La zona pranzo è tutta vetrata che sembra una serra. A separarla dallo studio è una porta scorrevole, in legno caldo, di sapore giapponese. Ogni dettaglio è scelto con cura. Vasi e bottiglie sono di Ceramiche Milesi, azienda manifatturiera di alto artigianato artistico fondata nel 1981.

I tappeti sono quelli fatti a mano su disegno di Elena Caponi per Mohebban, le sedie dell’angolo pranzo sono le poltroncine Tigulline di Eligo, il brand che affianca e completa Eligo Studio con una selezione di prodotti di alto livello lavorati a mano dai migliori artigiani del territorio.

Architetto Alberto Nespoli:

“Il nostro obiettivo è stato lasciare a nudo le intenzioni dei progettisti, valorizzando l’esistente, dalle pavimentazioni in listoni di parquet al bellissimo camino in cemento della zona living, ai caloriferi curiosamente posizionati a vista di fronte alle finestre, al soffitto di intonaco strollato che nel corridoio abbiamo colorato di rosa, un omaggio all’architetto messicano Luis Barragán.”

Architetto Alberto Nespoli:

“Un sapere antico, conservato con cura, valorizzato da ricerca, sviluppo e produzione che seguiamo direttamente con ogni distretto produttivo.”

PUBBLICAZIONI:

Living Corriere Cover April 2019, Living “Collection Best 2019”, AD “Architectural Digest France” 2019, A&W “Architektur und Wohnen” 2019